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Le origini di Castiglione della Pescaia, storia e cosa vedere

Castiglione della Pescaia in origine era un piccolo borgo la cui sommità ergeva un faro a protezione della costa. In epoca etrusca il fulcro del commercio e della vita sociale era caratterizzato dal paese di Vetulonia (in origine Vatluna) abitato già dal IX secolo a.c. ma fù nel XII secolo che ebbe il suo splendore insieme all’altra città etrusca di Roselle. L’attuale pianura maremmana che si estende tra Castiglione della Pescaia e Grosseto era occupata dal lago Prile e queste due importanti necropoli gestivano i commerci marittimi della zona.
Ad oggi è possibile ascoltare la storia e le origini degli Etruschi al museo di Vetulonia e agli scavi di Roselle che offrono un percorso culturale estremamente interessante per chi per la prima volta visita questi luoghi.
Castiglione della Pescaia ospita anche resti Romani come la Villa delle Paduline, ad oggi quasi scomparsa, del periodo risalente all’ 800.
Il castello di Castiglione della Pescaia ha origine nel X secolo sotto il dominio di Pisa e successivamente passò agli Aldobrandeschi e ai Monaci dell’abbazia di San Salvatore.
Intorno al 1350 una grande peste colpì la zona e la popolazione, che all’epoca era tra le più popolose del tempo, venne dimezzata con importanti conseguenze sotto il profilo umano ed economico ,il paese di Tirli rimase la parte più sana della maremma grossetana. Seguirono anni molto duri dove degrado e povertà caratterizzavano la zona. Verso il 1450 Castiglione della pescaia venne occupata dalla spagna con gli Aragonesi, successivamente passò a Siena dove la famiglia Piccolomini vendette il castello ai Medici . Con la protezione di Firenze   furono costruiti i primi canali  navigabili che avevano una doppia funzione, erano  vie del commercio e servivano per far defluire le acque della palude. Nel 1700 dopo i Medici il Gran Ducato di Toscana passa agli Asburgo Lorena. Con i Lorena inizia una prima grande opera di bonifica, nuove tecniche di coltivazione consentono di avere una attività agricola prospera e venne iniziata una prima opera di urbanizzazione con la costruzione delle strade.
I Lorena incaricarono Leonardo Ximenes per i lavori di bonifica della palude, egli costruì un importante acquedotto, vari magazzini, la fiumara, le saline e il porto. L’acquedotto aveva inizio dalla sorgente del fiume Fico a San Gulielmo fino ad arrivare a Castiglione. Tutt’oggi è possibile vedere i resti dell’acquedotto seguendo i percorsi naturalistici che conducono all’Eremo di San Guglielmo da percorrere a piedi o in bicicletta. Leonardo Ximenes costruisce anche la Casarossa o Casa Ximenes che con le sue cataratte permetteva il deflusso delle acque marine verso la palude per regolare la salinità del lago durante i processi di bonifica utilizzando una pompa a fuoco. La zona del padule veniva defluita anche con le acque del fiume Ombrone tramite dei canali di scorrimento che lo collegavano da Ponte Tura nell’area di Grosseto. Durante il periodo delle piene, ingenti quantità di detriti si riversavano nel padule stesso contribuendo alla bonifica del territorio e all’innalzamento del livello del terreno che poi diveniva con il tempo terreno coltivabile.
Nel 1933 ci fù poi un forte intervento dell’Ente Maremma conferì poderi a coltivatori terrieri per incrementare l’attività agricola e la popolazione del luogo.
Ad oggi è possibile ascoltare queste storie, vedere le immagini  e il materiale multimediale presso la Casarossa nella Diaccia Botrona direttamente in paese. Dalla Casarossa vengono costantemente organizzate gite in barca immersi nella natura durante le quali la guida turistica spiegherà la flora e la fauna del posto. Nella Diaccia Botrona è possibile anche fare birdwatching perché ad oggi è diventata una Oasi protetta e ospita 136 specie diverse di uccelli di cui 70 nidificanti.
 
       
 
    
 
   
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